DiEster Varchetta / BlogNews / 0 Commenti

Progettare le organizzazioni come una “comunità di pratica”

Che cos’è una comunità di pratica? Una comunità di pratica è un insieme di individui mutualmente impegnati per il raggiungimento di un’impresa comune, attraverso l’utilizzo di un repertorio condiviso. Questi elementi (individui, impresa comune, repertorio condiviso) entrano in attività producendo un output che consente alle persone impegnate nel proComunicare effgetto di apprendere, imparare qualcosa di nuovo oltre che arricchire il repertorio condiviso e produrre un oggetto in base alla finalità della stessa impresa comune. Per far sì che la comunità di pratica abbia successo, è necessario che vi sia un mutuo impegno da parte di tutti gli individui coinvolti. Che cosa significa? Ognuno viene riconosciuto all’interno della comunità come portatore di abilità specifiche e diverse, ognuno assume un ruolo con determinate finalità. Abilità e ruoli diversi entrano in gioco in un lavoro cooperativo, sentendo tale impresa come propria. Ogni individuo è ritenuto essenziale per la realizzazione dell’impresa comune.

Come affermato da Wegner una pratica deve essere motivante. Come possiamo renderla tale? È necessario negoziarne il significato all’interno dell’intera comunità. Aver chiaro il significato della pratica quotidiana è fondamentale per essere motivati ad agire all’interno del gruppo. Ma che cosa si fa in concreto in una comunità di pratica? Si partecipa attivamente e si è presenti. Tale partecipazione porta alla produzione attraverso processi di reitificazione.

Quale vantaggio avrebbe un’organizzazione strutturata come una “comunità di pratica” rispetto ad altri tipi di organizzazioni?

  • Le persone sarebbero motivate e parteciperebbero attivamente ai processi e alla “costruzione di significati”, azzerando la sensazione di non appartenenza che spesso le persone hanno in azienda (distanza tra ciò che viene prodotto e l’attività svolta).
  • L’azienda sarebbe portata ad innovarsi e rinnovarsi, avendo il supporto proattivo delle persone che la compongono.
  • La comunicazione sarebbe circolare.
  • Il clima sarebbe positivo.
  • Ognuno si sentirebbe parte di “qualcosa” che, a “livello meta”, aiuta a dare significato alla propria vita, integrando così il “lavoro” e ciò che viene fuori dal contesto lavorativo.

Concludo con una domanda: quali caratteristiche dovrebbe avere un “Leader” in un’organizzazione progettata come comunità di pratica?