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Non è mai troppo tardi

“Non è mai troppo tardi” un film prodotto dalla Rai dell’omonimo programma televisivo andato in onda negli anni ’60 condotto da Alberto Manzi, un maestro e pedagogista alquanto rivoluzionario, che si era posto lo scopo di insegnare a leggere ed a scrivere agli adulti analfabeti (1960-1968, messa in onda del programma). Si trattava di vere e proprie lezioni (o meglio, videolezioni…) nelle quali Manzi adottava tecniche di insegnamento innovative utilizzando le tecnologie del tempo: filmati, supporti audio, lavagna a fogli mobili e, poi, ancora, dimostrazioni pratiche.

 

Dal punto di vista metodologico/pedagogico, le grandi proposte di Manzi furono:

  • Un approccio psicopedagogico centrato sullo studente VS. approccio centrato sull’insegnante à ad esempio, Manzi utilizzava le domande ed iniziava le lezioni partendo da casi pratici, così da poter attivare le conoscenze pregresse degli studenti/tenti/spettatori ed integrare, attraverso un’immediata applicazione, le conoscenze nuove.
  • Un modello di apprendimento di base percettivo-motorio (learning by doing) VS modello di apprendimento strettamente simbolico-ricostruttivo lineare à come anticipato sopra, il pedagogista iniziava spesso le sue videolezioni con un gioco, un’attività pratica o delle domande (stile socratico), da cui estrapolava conoscenza. Sappiamo che tale tecnica favorisce un’attivazione cognitiva da parte dello studente che diviene il protagonista del processo di apprendimento.
  • Un approccio costruttivista, cognitivo-costruttivista e socio-costruttivista, collaborativo VS. approccio comportamentista à in classe, con i suoi piccoli studenti, proponeva lavori in gruppi ed attività laboratoriali; i banchi erano disposti con l’obiettivo di formare dei gruppi di lavoro (non rivolti alla cattedra come da tradizione) così da favorire lo scambio e collaborazione per svolgere un compito ed un esercizio. Quando le lezioni andavano in onda, spesso venivano seguite in luoghi pubblici (bar, centri di aggregazioni), ciò favoriva una collaborazione tra gli studenti che fruivano la lezione a distanza, aiutandosi tra loro nello svolgimento degli esercizi che assegnava al termine della registrazione.
  • Un approccio progettuale alla didattica (Instructional Design) VS. approccio “intuitivo”-lineare à nel film viene sottolineato in diversi momenti come veniva percepito e vissuto l’approccio tradizionale e come veniva percepito e vissuto il metodo di Manzi. Quest’ultimo favoriva, ad esempio: motivazioni intrinseca (vs. motivazione estrinseca); partecipazione ed interesse reale da parte degli studenti. Elementi difficilmente riscontrabili nell’approccio tradizionale del tempo.
  • Favorire lo sviluppo di competenze rispettando gli stili di apprendimento e le strategie cognitive di ogni studente VS. apprendimento basato sulla memorizzazione di dati ed informazioni à il modello psicopedagogico di Manzi prevede di partire dall’esperienza per far sì che ciascuno studenti potesse elaborarla autonomamente a seconda del proprio stile cognitivo e di apprendimento. Come si vede nel film, tale approccio promuove, oltre all’apprendimento di conoscenze, anche self-efficacy, come si direbbe ora, ed autostima.
  • Promuovere feedback circolari docente-studenti, studenti-studenti, studenti-docente VS. Valutazioni (solo numeriche), nella scuola solo docente-studente; à non vengono adottate valutazioni da Manzi, ma momenti di confronto.

A questo punto, come non ricordare quando nel 1992 le videolezioni erogate dal Consorzio UNINETTUNO sono andate in onda in televisione, inizialmente sulle reti della RAI e sul satellite Olympus e , successivamente, a seguito della nascita del satellite Hot Bird, sul canale satellitare dedicato RAI NETTUNO-SAT, ora Uninettuno University TV.

Da questi importanti esempi, sembra che il processo di democratizzazione del sapere sia partita dalla televisione per poi passare al satellite e ad Internet (per quanto riguarda UNINETTUNO siamo nel 1997).

Rispetto a quanto proposto da Manzi, ritrovo molti aspetti del modello psicopedagogico e tecnologico dell’UNIVERSITA UNINETTUNO, chi vuole unirsi alla discussione e parlarne?

PS A proposito di ON DEMAND, il film è disponibile su RaiPlay

A presto e buona visione!
Ester Varchetta

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