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I tre livelli di sicurezza

Il compito principale del cervello è quello di assicurare la nostra sopravvivenza. 

Che cosa ci succede quando sentiamo che la minaccia è vicina? Perché a volte rimaniamo focalizzati, a volte ci “congeliamo” o ci angosciamo?

La teoria di Porges ci fornisce una risposta, anzi tre. Tutto parte dal Sistema Nervoso Autonomo (SNA) e dal livello di sicurezza percepito, più quest’ultimo sarà elevato più riusciremo a gestire al meglio la situazione, coinvolgendo anche le regioni del cervello deputate alla pianificazione, all’osservazione e alla raccolta di informazioni (lobi frontali, mediali e dorsali della Corteccia Prefrontale), altrimenti resteranno attive solo le così dette regioni “primitive” (sistema limbico e tronco encefalico).

Primo livello di sicurezza: COINVOLGIMENTO SOCIALE. In questo tipo di situazione, siamo consapevoli della minaccia, le emozioni sono abbastanza forti ma non così coinvolgenti da privarci della possibilità di chiedere aiuto e/o supporto oppure di riuscire a confrontarci con altre persone a noi vicine. Se non riceviamo un aiuto od una rassicurazione passiamo al secondo livello.

Secondo livello: ATTACCO O FUGA. L’Amigdala prende il comando, il SNS (sistema nervoso simpatico) secerne adrenalina con la conseguenza di contrattaccare oppure scappiare per metterci al sicuro.  Se la situazione si risolve, l’Ippocampo comunica in modo fluido con l’Amigdala fornendo un feedback sulla minaccia che definisce risolvibile o cessata, il sistema torna in equilibrio (anche grazie al coinvolgimento del sistema parasimpatico che secerne acitelcolina). Altrimenti si passa al terzo livello.

Terzo livello: CONGELAMENTO (FREEZE) O COLLASSO. Si attivano: il nervo vago pluriramificato (vagale dorsale complesso) e i nervi vicini come i muscoli del viso, della gola e del cuore. Infatti in situazioni di stress acuto, la gola diventa secca, la voce si fa tesa o roca, aumenta il battito cardiaco e la respirazione diventa veloce e corta. Il sistema vagale-dorsale complesso raggiunge il diaframma, lo stomaco, e l’intestino coinvolgendo l’intero metabolismo. Sentiamo il così detto “tuffo al cuore”, non riusciamo a respirare, ci congeliamo.

Analizzare le nostre reazioni, considerando questi tre livelli, può aiutarci ad aumentare la nostra consapevolezza e a gestire al meglio le emozioni e le situazioni che riteniamo minacciose.

Liberamente tratto da “Il corpo accusa il colpo” di BESSEL VAN DER KOLK

By Dott.ssa Ester Varchetta

 

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