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“Jersey Girl” di Kevin Smith del 2004

Un film che consiglio in particolare a tutti i papà, ai padri di oggi che possono finalmente esercitare pienamente il loro ruolo come guida di vita e luogo sicuro dove figli/e possono nutrirsi di affetto ed attenzioni.

Collegato al tema della paternità, per chi volesse approfondire e ampliare il proprio approccio come genitore, consiglio il libro “Sei un buon papà?” di Tiziano Loschi. L’autore offre interessanti spunti di riflessione sulla ricerca di un “padre autorevole” e consigli su come agire nelle differenti fasi evolutive del figlio/a, dall’attesa all’adolescenza.

Buona visione e lettura! 

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I Sogni Segreti Di Walter Mitty (The Secret Life of Walter Mitty) del 2013 diretto da Ben Stiller.

Un film che tratta il tema del cambiamento in modo profondo ed attuale. Il cambiamento a volte ci viene proposto o imposto dall’ambiente esterno oppure nasce proprio dai nostri desideri che emergono all’improvviso. L’utilizzo da parte nostra dei termini “proposto” o “imposto” dipende da come vediamo o consideriamo tale cambiamento. Il cambiamento di Walter Mitty ha inizio da una ristrutturazione aziendale che gli propone o impone di modificare qualcosa nella sua vita. Certo cambiare è faticoso, è un viaggio, un percorso che non sappiamo dove ci porterà. L’ignoto ci fa paura. Ma se sconfiggessimo la paura e partissimo per questo viaggio, che cosa accadrebbe? E se il cambiamento lo vivessimo fino in fondo, come il protagonista del film, che cosa ci succederebbe? Vi invito a guardare la pellicola collegandola alla vostra vita e porvi alcune domande: ci sono dei cambiamenti che non sto vivendo ma che vorrei…vivere? Quali sono? Che cosa potrebbe succederebbe se decidessi di cambiare…?

BUONA VISIONE! 🙂

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EVEREST di Baltasar Kormákur (2015)
“L’alpinismo porta con sé dei rischi, ma anche tutta la bellezza che si nasconde nell’avventura dell’affrontare l’impossibile” R. Messner

Qualche giorno fa ho visto questo film ed ancora mi trovo a ripensarlo. La cosa mi ha colpito di più è quanto la passione, il desiderio di raggiungere l’obiettivo, il fascino dell’impresa, la paura della sconfitta, fossero così grandi e forti da mettere in secondo piano la propria sopravvivenza.
Vi siete mai trovati nella condizione in cui ostinarsi ad andare avanti vi ha messo in condizione di pericolo?
Cosa avreste fatto se foste stati gli alpinisti? Sareste tornati subito al campo?
E cosa avreste fatto se foste stati le guide? Sareste stati in grado di dire “no! Si torna indietro”?

Un film interessante su cui riflettere…

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COME CRESCERE UN BAMBINO OTTIMISTA di Martin Seligman

L’autore propone ai genitori di imparare a trasmettere ai propri figli un senso di soddisfazione di sé stessi e di sicurezza nelle proprie capacità attraverso un approccio positivo nei confronti della vita loss of weight.

Seligman ritiene che l’autostima si costruisca dopo aver affrontato battaglie, dopo essere riusciti a gestire la frustrazione, raggiungendo i traguardi con le proprie forze e favorendo una buona convinzione di autoefficacia.

Soprattutto ai giorni d’oggi, occorre aiutare i ragazzi ad affrontare le sfide o i problemi e a vedere i lati positivi della vita.
Buona lettura ?

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PANE E TULIPANI di Silvio Soldini (1999)

Rosalba, una casalinga un po’ insoddisfatta, è in gita con marito e due figli con una comitiva di compaesani. Durante una sosta si attarda e il bus parte senza di lei. Dopo il primo smarrimento e varie peripezie, la donna si ritrova in un posto dove non era mai stata… inizia così un viaggio dentro di sé che la aiuterà a riscoprire ciò che le piace e quello che vuole da se stessa e dalla sua vita.

Un film dedicato alle donne che vogliono cambiare…
BUONA VISIONE! 🙂

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Che cos’è una comunità di pratica? Una comunità di pratica è un insieme di individui mutualmente impegnati per il raggiungimento di un’impresa comune, attraverso l’utilizzo di un repertorio condiviso. Questi elementi (individui, impresa comune, repertorio condiviso) entrano in attività producendo un output che consente alle persone impegnate nel proComunicare effgetto di apprendere, imparare qualcosa di nuovo oltre che arricchire il repertorio condiviso e produrre un oggetto in base alla finalità della stessa impresa comune. Per far sì che la comunità di pratica abbia successo, è necessario che vi sia un mutuo impegno da parte di tutti gli individui coinvolti. Che cosa significa? Ognuno viene riconosciuto all’interno della comunità come portatore di abilità specifiche e diverse, ognuno assume un ruolo con determinate finalità. Abilità e ruoli diversi entrano in gioco in un lavoro cooperativo, sentendo tale impresa come propria. Ogni individuo è ritenuto essenziale per la realizzazione dell’impresa comune.

Come affermato da Wegner una pratica deve essere motivante. Come possiamo renderla tale? È necessario negoziarne il significato all’interno dell’intera comunità. Aver chiaro il significato della pratica quotidiana è fondamentale per essere motivati ad agire all’interno del gruppo. Ma che cosa si fa in concreto in una comunità di pratica? Si partecipa attivamente e si è presenti. Tale partecipazione porta alla produzione attraverso processi di reitificazione.

Quale vantaggio avrebbe un’organizzazione strutturata come una “comunità di pratica” rispetto ad altri tipi di organizzazioni?

  • Le persone sarebbero motivate e parteciperebbero attivamente ai processi e alla “costruzione di significati”, azzerando la sensazione di non appartenenza che spesso le persone hanno in azienda (distanza tra ciò che viene prodotto e l’attività svolta).
  • L’azienda sarebbe portata ad innovarsi e rinnovarsi, avendo il supporto proattivo delle persone che la compongono.
  • La comunicazione sarebbe circolare.
  • Il clima sarebbe positivo.
  • Ognuno si sentirebbe parte di “qualcosa” che, a “livello meta”, aiuta a dare significato alla propria vita, integrando così il “lavoro” e ciò che viene fuori dal contesto lavorativo.

Concludo con una domanda: quali caratteristiche dovrebbe avere un “Leader” in un’organizzazione progettata come comunità di pratica?

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Nell’ultimo periodo, per potermi migliorare, ho iniziato a seguire dei video tutorial di nuotatori professionisti, per circa 10/15 minuti prima di andare in piscina discover this info here. Quando non mi prendo questo momento di preparazione, ho notato che faccio molta più fatica a nuotare, in particolare nella fase di riscaldamento. E’ come se attraverso la visualizzazione del video, la mia mente, ed anche il mio corpo, iniziassero ad allenarsi, a riscaldarsi, a prepararsi a nuotare anche se ancora non sono in vasca. Com’è possibile che senta questa grande differenza? 
La risposta l’ho trovata nella teoria dell’embodied cognition che si basa sulla “simulazione motoria“, un meccanismo cognitivo-mentale, che porta all’attivazione del sistema senso-motorio nel momento in cui osserviamo un oggetto anche se non si compie direttamente l’azione. Tale processo ha base neuronale, infatti coinvolge i neuroni specchio (neuroni premotori che si attivano, scaricano, durante l’esecuzione di azioni e durante l’osservazione di azionimagesi eseguite da altri). I neuroni specchio danno la possibilità di accedere agli stati mentali altrui in modo diretto con un meccanismo di risonanza motoria. Gli studiosi ci dicono anche che l’apparato senso-motorio si attiva in modo tanto più congruente quando osserviamo delle azioni che conosciamo o che siamo abituati a vedere anche se compiute da altri. Nel mio caso, mentre guardo un video che mostra una persona nuotare, la mia mente simula quell’azione, riproducendola in modo attivo, iniziando così un vero e proprio riscaldamento, forse quello più importante.
Il nuoto, come molti altri sport, necessita di concentrazione, intenzione e motivazione per essere eseguito in maniera ottimale e con la giusta propensione mentale.

Il processo descritto, può essere applicato anche in tantissime situazioni della vita ma cosa ancor più importante è che può essere sviluppato, allenato al fine di migliorare le nostre performance quotidiane, anche perché no al lavoro o in famiglia.

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