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Dal Multitasking al Multishifting: vivere i ruoli della nostra vita con “abbondanza”

 Una nuova sfida per il Time Management

“La verità non ha una sua via. La verità è viva e perciò mutevole”
Bruce Lee

Da quando nasciamo assumiamo differenti ruoli: dall’essere figlie/figli, sorelle/fratelli, nipoti, alunni e così via. Il ruolo, per esistere, implica una relazione con l’altro all’interno di una situazione specifica; se non esistesse l’altro, non potremmo avere un determinato ruolo.

Vivere differenti ruoli fa parte della vita, a volte però alcuni di essi possono sembrarci in contrasto l’uno con l’altro secondo una “economia dei ruoli”. Viverne “troppi” viene spesso visto negativamente, come ad esempio nel caso di una donna che diventa madArticolo_multishifting_1re e che aggiunge così un nuovo ruolo a quelli che già ricopre quotidianamente
(lavoratrice, moglie/compagna, sportiva, volontaria, amica…).

E’ come se ci fosse una regola non scritta, un’economia di ruoli appunto, che dice: “Assumere troppi ruoli insieme non va bene”. Che cosa ci porta ad attivare questo pensiero? A mio avviso, la risposta la possiamo trovare in una visione limitata del concetto di ruolo.

Spesso pensiamo che la nostra vita sia come una torta, ad ogni fetta corrisponde un ruolo. Nel momento in cui ci accorgiamo di aver tagliato troppe fette, quindi di voler vivere troppi ruoli contemporaneamente e di dedicarci un tempo ed energia limitata, ci domandiamo se è giusto: “Eh no, questo ruolo è troppo, va messo da parte, occuperebbe troppo spazio” oppure “non puoi ricoprirli tutti contemporaneamente perché non riusciresti ad assolverli tutti nel migliore dei modi”. E nasce il senso di colpa: “Faccio la madre o lavoro? Mi dedico a me stessa o alla famiglia?”

Avete già sentito queste affermazioni almeno una volta?

Per anni girava voce che per avere successo nella vita fosse necessario essere dotati di una capacità specifica: il multitasking. In realtà recenti studi hanno dimostrato che il cervello non è fisicamente in grado di prestare attenzione a più cose nello stesso momento, anzi tale modalità alimenta i conflitti interiori su quale attività è giusto prestare attenzione e su quali no, a volte senza aver chiaro il parametro di misura. La vera abilità è passare dal multitasking ad un approccio di multishiftingossia la capacità di spostare l’attenzione da un’attività all’altra, o per meglio dire, da una priorità all’altra e dunque da un ruolo all’altro, da un progetto all’altro.

Pertanto non si tratta più di “sacrificare” un’attività  o un ruolo in favore di un altro, ma di scegliere le “priorità” ed agire differenti ruoli e farli crescere.

Come nell’arte marziale del Kung-Fu in cui ogni forma, ogni tecnica, mette insieme tanti movimenti e gesti, agilità che si ottiene allenando la capacità di “spostarsi” nello spazio da un punto ad un altro con velocità, intenzionalità e precisione.
Il medesimo training lo potremmo riportare nella vita di tutti i giorni, in una logica di abbondanza, di crescita e di rotondità, in altre parole la capacità di unire e gestire insieme più attività, più pensieri, più possibilità, capacità di esserci in quel momento e di dare completa presenza.

Ritornando alla metafora della torta, come affermano gli autori del libro Maam. La maternità è un Master, “chi ha più ruoli, ha più risorse psicologiche a disposizione, perché ha più opportunità per sentirsi gratificato nella propria vita” how to reduce weight fast. Pertanto, anziché pensare che il tempo sia come una torta, potremmo ampliare la visione della vita e di noi stessi, allargando i confini ed utilizzare come risorse anche ciò che c’è al di fuori del cerchio poiché “quando più ruoli si sommano e le energie diventano tutte essenziali, così come lo diventa la massima efficienza, anche ciò che “trabocca” diventa utile ed utilizzabile”. In altre parole, ciò che impariamo giocando un ruolo, lo possiamo trasferire in un altro in una visione ecologia della vita: non si butta via niente.

Pensate ad una persona che al di fuori del lavoro ha anche delle passioni (per esempio il calcio, “ruolo di calciatore”). Quali soft skills utili anche nel lavoro quotidiano, vengono acquisite? Io ne vedo diverse, come ad esempio: il team working ed il team building, capacità comunicative e relazionali, capacità di scegliere, di affrontare imprevisti, frustrazioni e raggiungere gli obiettivi. Lo stesso potrebbe valere per i ruoli di madre e di padre che prevedono le capacità di gestire una famiglia (un gruppo), i cambiamenti, di supportare i figli nella crescita e nella ricerca di autonomia; ed anche, mettersi in gioco acquisendo costantemente doti comunicative, saper imparare e disimparare, che sono capacità fondamentali anche nella vita e nelle organizzazioni in particolare quando si assumono ruoli di guida, di leadership.

Esiste un metodo/teoria che allena concretamente l’agilità a vivere differenti ruoli e si chiama Psicodramma di Jacob Levi Moreno. Lo Psicodramma dà la possibilità, attraverso delle tecniche specifiche, in un setting protetto e circoscritto, di poter integrare ruoli che mentalmente vediamo come contrastanti, trovando il modo di viverli con più spontaneità e creatività. L’essere umano è dotato di potenzialità formidabili che spesso mette da parte perché “sono troppe”. Invece i ruoli che vogliamo vivere li possiamo costruire e personalizzare in modo tale che essi siano delle opportunità di realizzazione e di espressione di sé. Tutto questo in una dimensione sociale di tipo interpersonale, dove ciascuno, nel pieno rispetto dell’altro, può essere ciò che è o che vorrebbe essere in un gioco di reciprocità.

Certo non è facile acquisire capacità di multishifting, in quanto presuppone l’allenamento di alcune competenze, quali:

  • riconoscere al volo le priorità
  • sapersi focalizzare
  • velocità di orientamento e spostamento di attenzione
  • avere uno sguardo aperto che va al di là di ciò che sembra, sia nelle relazioni che nei diversi contesti
  • vivere il presente, il “qui-e-ora”, esserci pienamente in quel momento

 

Per concludere, se vivessimo pienamente i ruoli mettendoci del nostro, personalizzandoli in una logica di abbondanza e rotondità, mettendo da parte gli out-out in favore dei et-et, come vivremmo la nostra quotidianità? Come gestiremmo una delle risorse più importanti che ciascuno di noi ha, il tempo? Come possiamo allenare l’agilità di spostare l’attenzione sulle priorità con velocità ed efficacia? Come continuare ad imparare dalle nostre esperienze di vita ed arricchire i nostri ruoli?

E la riflessione…          …continua!

By Ester Varchetta

Bibliografia di riferimento:

“Jeet Kune Do. Il libro segreto di Bruce Lee” a cura di Linda Lee, Edizione Mediterranee

“Lo psicodramma classico” di Giovanni Boria, FrancoAngeli

“Lo scarto del cavallo” di Paola de Leonardis, FrancoAngeli

“Maam. La maternità è un Master” di Andrea Vitullo, Riccarda Zezza, BUR